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Rosa
Rossa
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Pinocchio
I
Pinocchio
II
Pinocchio
III
Pinocchio
IV
Pinocchio
V
Pinocchio
Compendio
lI sei cigni La Regina
delle nevi
Jorinda e
Joringhello
Rapunzel Bianca come il latte,
rossa come il sangue
Vassilissa
la bella
Le Cenerentole Le belle
addormentate
Biancaneve e le scarpe
logorate dal ballo

UN AUTOMA SENZA FILI  🦾🦿👀
UNA CASA PROTETTA DA UN GENIO TUTELARE
✨🦗✨
LA GRANDE OPERA
DI UN FALEGNAME ALCHIMISTA 🪓

Il grande incontro tra il Sé e il suo apparato psicofisico avviene quando, dopo capelli e fronte, i due Giuseppe si guardano negli occhi.
Pinocchio guarda Geppetto ‘fisso fisso’. E’ come guardarsi allo specchio, sapere che quell’immagine sono io ma in realtà non lo sono!Il turbamento aumenta via via che vengono scolpite le altre parti del burattino: un naso che non si lascia levigare, una bocca che deride, mani che fanno dispetti, piedi che scalciano, e gambe subito pronte a fare quello che vogliono: correre, scappare, disobbedire…
“Dovevo pensarci prima. Oramai è tardi!” dice fra sé Geppetto. Il processo è iniziato.
Quel pezzo di legno deve fare la sua vita, manifestandosi per quello che è, incorrendo nelle avversità. Le azioni devono svolgersi. I problemi devono arrivare.
Il percorso di TRASFORMAZIONE può essere doloroso ma l’ALCHIMISTA sa che come dal piombo può scaturire l’oro, così, da una VITA AUTOMATICA, come può essere quella di un burattino (AUTOMA per antonomasia), si può giungere alla conquista della VERA UMANITA’.
La speranza della trasformazione non ci esime però dal provare anche grande dolore per le prove da affrontare. Geppetto resterà TESTIMONE delle azioni azzardate e incoerenti di quella parte di sé automatica che è Pinocchio, piccolo seme che si confronta col mondo per germogliare ma usa prima di tutto i propri istinti, alternando egoismo a generosità, prepotenza ad affaIbilità.
Il TESTIMONE (osservatore) resta impotente di fronte alle intemperanze dei piccoli io che si susseguono, può restare accogliente nei momenti in cui il burattino, il nostro automatismo, sembra tornare in sé ma piangerà lacrime amare nei momenti in cui deve vedere ma non può intervenire. Ci sarà addirittura la prigione ad impedirgli di proteggere e sfamare quel burattino che invece deve assolutamente vivere anche il momento della fame, dell’elemosina da chiedere, della paura del buio e del temporale, della mortificazione e del freddo per quell’acqua gelida che gli verrà gettata in testa.
Nella casa, seppur povera, in cui operano l’alchimista e le sue parti di sé in cammino, cioè dove abitano Geppetto e Pinocchio, è sempre presente ‘da più di cento anni’ un GENIO TUTELARE, un daimon, forse l’angelo custode. Il grillo parlante veglia sulla ‘casa’, lo fa comunque, anche quando un io sopraffattore addirittura lo vorrebbe annientare.
Pinocchio grida “la casa è MIA!” IO e MIO sono le parole d’ordine dell’EGO.
Invece la casa non è sua ma è comunque un punto di riferimento per lui. È meraviglioso avere una casa, una FORMA in cui abitare, in cui tanti piccoli io imperversano (gli umori automatici del burattino) sotto lo sguardo amorevole di un IO (Geppetto) che NON È BURATTINAIO, non tiene i fili ma lascia la libertà di sbagliare al giovane ego in formazione.
Gli fa da padre, gli cede le pere lasciando che da solo capisca l’assurdità di un capriccio e continua l’opera di SPOLIAZIONE rinunciando alla casacca per comprare l’abbeccedario.
Trasforma parte di sé per donare al figlio.

SCRITTURA
- Racconto una monelleria della mia infanzia.
- Carissimo Geppetto,
forse in qualcosa ci  somigliamo.


PITTURA e SCULTURA
- Con l'argilla formo le parti del corpo di una marionetta per poi rimontarla su una lastra di base (o... con del filo perché si muova).
- A disegno e collage: Pinocchio e i suoi vestiti
- Con l'acquerello: i 3 colori splendore (giallo, rosso, blu) si incontrano sul foglio per formare il marrone, cioè il PEZZO DI LEGNO.